Non so voi, ma io sto invecchiando. Me ne sono resa
conto con chiarezza stamattina. Non parlo di rughe o di roba che casca, parlo
proprio del segno più inequivocabile della vecchiaia: soffro della sindrome del
so-già-come-andrà-a-finire. Sento un discorso, una frase, un progetto ed ho la
presunzione di sapere già quello che succederà.
Per esempio stamattina aspettavo l’ascensore, davanti
a me due ragazzette sui 25.
“Sai, Alberto ha finalmente lasciato quella babbiona
della moglie e adesso viviamo insieme, - raccontava una tutta contenta – ha
portato con sé i figli grandi e adesso siamo tutta una grande famiglia. Certo i
problemi non mancano ma…”
E a me parte già il film in 3D: la figlia adolescente
di un padre divorziato non potrà mai accettare la presenza della nuova mammina
poco più che teen ager: va da sé che si farà in 4 per rompere le balle come mai
nella vita ed accentrare su di sé tutte le attenzioni. Tempo 5 settimane e il
romanticismo farà gnao. Tempo 3 mesi e lui tornerà con lo orecchie basse dalla
moglie. Che naturalmente se lo riprenderà.
E ancora. Oggi un collega mi raccontava con gli occhi
lucidi che sua figlia ha un nuovo fidanzato, uno che ha conosciuto a scuola;
solo che lui in quella scuola ci accompagna i figli, lei la frequenta.
“Speriamo sia solo una fase”, mormora. Ma io lo so che
non sarà così. Lei si farà rovinare la vita dalle disillusioni e dall’amarezza
di lui, faranno 2 figli. Tra qualche anno lei farà la cretina in giro con le
amiche tentando di vivere quella gioventù che non ha mai avuto. E finirà con
uno anche peggio. Solo più giovane.
E’ così e mi succede sempre più spesso: credo di
sapere come andranno le cose. Magari indovino, magari no, ma mi parte comunque
il trailer.
Il fatto è che io non voglio sapere quello che
succederà, tanto non c’è modo di saperlo veramente. E non voglio nemmeno
immaginare di poterlo fare. Non voglio farmi fermare dagli ostacoli che già
prevedo, e che magari mai ci saranno. Non voglio che la mia mente diventi il
mio freno.
Credo nel valore dell’esperienza, ma non posso non
vedere tutti i limiti della saggezza. Se Cristoforo Colombo fosse stato saggio,
non avrebbe mai scoperto l’America, per dire. Perché se è vero che la saggezza
ti fa cogliere la grandezza della vita, è anche vero che toglie quel cicinin di
gusto che solo le cose improvvisate possono avere. E io fra il fare la cosa più
giusta e il continuare a stupirmi, preferisco di gran lunga la seconda.
Perché una ruga la posso anche accettare (ho detto una
eh!), ma la certezza di aver già visto tutto nella vita proprio no.
Quindi se incontrerete una giovane 80enne con i
capelli tinti e la gonna svolazzante, abbiate pietà, perché potrei essere io.
Magari avvisatemi se non ho visto lo scalino. Grazie.
Nessun commento:
Posta un commento