martedì 16 ottobre 2012

Il mercato del sabato

Sembrava un banale venerdì, di quelli che vengono prima del sabato e dopo il giovedì e invece il dramma è sempre in agguato. Collega 2 (quella che guarda i culi su Internet, che è in lotta con il peso, le diete e il parrucchiere, quella che si arrampica ovunque, anche sugli specchi), se ne esce con un “Ti ricordi che ci avevi promesso di accompagnarci al mercato… VERO?”
“Come fai a dire che te l’avevo promesso?” Chiedo quando riemergo dalle nebbie che si annidano dense nella mia mente nelle prima ore mattutine. Ma lei mi colpisce sempre quando sono più debole.
“Perché ce l’ho scritto qui, nel mio quaderno degli appunti: “Lei ha detto: traigo al mercado en mi país.”
No vi prego, prendete nota voi: se Collega 2 non la finisce con questa cosa della lingua per trombarsi il dottorinino spagnolo, io giuro che prima o poi la decapito. Ma con la vanga, così le faccio più male.
“Non ricordo proprio di aver mai detto che...” attacco, ma lei mi interrompe con, “No no, tu hai detto esattamente “Vamos todos a ir al mercado de que hay un mundo de diversión...”, dove mercado sta per mercato e diversiòn sta per divertimento, parola che qui viene usata nel suo senso...”
Potrei farle notare che la frase intera era: “Al mio paese abbiamo varie cose: un teatro che in molti ci invidiano, un museo etrusco che è un gioiellino, un parco naturale con i fenicotteri rosa e invece la gente per cosa viene? Per il mercato del sabato.” Che non è esattamente come dire, ma che bello, andiamo tutti a fare un giro fra le bancarelle, che, tra l’altro, hanno su di me un appeal pari ad un attacco di cervicale. Ma la conosco, è inutile discutere.
Infatti stamattina alle 9.00 una vivace scampanellata mi annuncia il loro festoso arrivo. Per inciso, Collega 1 è splendida anche di sabato mattina. Eh, vaffanculo però.
Giriamo lentamente fra i banchetti, passando prima fra quelli alimentari, dove Collega 2 scopre che si può assaggiare di tutto. Dopo aver provato le olive (buoneeee...), i formaggi vari (mhmmmm... buoniii...), il fritto misto (eccheccavolo, non sono ancora le 10.00, ma che c’ha ‘sta donna...), la salvo prima che passi agli assaggi del prosecco, che lì c’è il rischio di farsi del male, ma male davvero. Poi si passa al settore dell’abbigliamento dove si scatena invece Collega 1. Belloooo questo... ce l’avrebbe in un altro colore? Ma che amore queste scarpe... c’ha mica il 39?”. Dopo un quarto d’ora nemmeno il carrello dell’Esselunga potrebbe contenere tutto. Quando poi passiamo all’intimo, fra caldo e spintoni non ne posso più e per velocizzare la ricerca del reggiseno perfetto (Collega 1 porta un terza piena... delle Winx però), ci mettiamo tutte e 3: solo dopo un po’ mi rendo conto che stiamo palpando tutti i reggiseni imbottiti in esposizione.
Vi prego, lasciatemi l’illusione che non mi abbia visto nessuno che conosco.
Alla fine torniamo a casa mia per riprendere l’auto che avevano lasciato. Un aperitivo che diventa un pranzo e fra chiacchiere e risate se ne va quasi tutto il pomeriggio.
“Grazie di tutto, ma che bello il vostro mercato del sabato...” mi salutano.
“Questo è niente – sorrido – dovreste vedere quello di domani. Degustazioni di tutti i tipi e fuochi d’artificio per chiudere in bellezza.”
Troppo tardi mi rendo conto dell’errore. Veloce scambio di sguardi tra le due, e poi:
“Ma allora possiam mica perderlo... ci vediamo qui domani?”
Mi capite perchè dico che certe volte mi prenderei a schiaffi da sola? Ecco.

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