Quest’anno il
mio vicino di ombrellone è un signore sui 60, abbastanza alto, ben tenuto: un
bel Garibaldi, come diceva mia nonna.
C’ha su uno
slippino turchese che sembra fatto in un acetato lucido, un po’ perlato. Ogni
2x3 solleva un po’ la gamba, come i cani e dà come dire… una ravanata ai numeri
della tombola.
“Ma quando la
estraiamo questa cinquina così la facciamo finita?”, sbotta sottovoce il nostro
amico Gianlu.
La Sere pensa
invece che faccia così per la paura che con il caldo gli si attacchino sul
fondo, un po’ come i fagioli nella pentola. Ma se il motivo è quello e vista la
frequenza con cui li mescola, direi che da quel lato può star
tranquillo.
Mentre me ne
sto distesa per ore sul lettino, gambe e braccia ben distese (che se mi attacchi
un cartellino al piede son bell’e pronta a far la comparsa per CSI, tanto per
dar l’idea), mi arriva qualche sua mezza frase in dialetto ferrarese che poi
traduce pure in italiano, tanto per fare l’educato:
Stasira am voria proprio na’ bela
vigliacca (stasera mi servirebbe proprio una bella donna sexy).
“Non guardare
me che ti mordo” – l’immediata la reazione della mia chiccosissima amica Sere
(tacco 12 anche sulle pinne, tanto per dire la classe).
Oppure Dài ragazzi, che stasira andèn
tutti in zir a fer i pataca (Dài ragazzi che stasera andiamo tutti in giro
a divertirci facendo i pirla). E qui Gianlu scatta a molla sul lettino perché la
sola idea di entrare con un siffatto personaggio in uno dei locali fashion,
trendy & cool che è solito frequentare, gli fa venir la febbre alta e la
tachicardia a 1000. Un altro po’ e tocca partire con il
defibrillatore.
Ogni volta che
si avvicina qualcuna, al bar o in un altro ombrellone vicino, il tipo prende
coraggio con la solita ravanata e poi attacca bottone con un originale quanto
raffinato approccio: “Ma te sei la Laura?”. E non tenta nemmeno di far finta di
confondersi con una conoscenza precedente. Butta lì la frase e poi comincia a
parlare come se niente fosse.
E’ dall’inizio
della stagione che lo sento ripetere questa frase e non ci crederete, ma rimedia
sempre qualche appuntamento, qualche invito a far serata e alla fine da solo non
rimane mai. A rimanere al palo sono semmai quei fustacchioni oliatissimi che
stanno in riva a scambiarsi le marche del doposole e i nomi degli
integratori.
La spiegazione
ci arriva da Gianlu:
“Perché alla
fine non conta quanto sei bello: conta la faccia da culo che hai.”
Che gente zen
che frequento però.
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