Io c’ho un’amore di nipote.
Dico davvero. E’ bella, intelligente: l’amore di zia. Le voglio bene anche
quando dormendo mi conficca le ginocchia sui reni. Anche quando confida a tutti
che la voglio avvelenare con il polpettone. Lo fa per il troppo amore, lo so. Ha
10 anni, è in una fase difficile.
Ieri al mare mi ha confidato
che a volte non riesce a dire veramente quello che pensa. Che ha difficoltà ad
esprimere quello che sente. Vorrebbe dire delle cose a un ragazzino ma poi
quando se lo trova davanti non sa più come fare. Penso subito alla prima cotta,
decido che se questo imbecille non la amerà infinitamente e per sempre se la
dovrà vedere con me. E poi chi sarà suo padre? C’avrà un lavoro fisso? E la
suocera? Mica vorrà venire a comandare questo angelo vero? Eh no eh… siam mica
più nel Medioevo. E già mi sento pronta a battagliare con mio fratello, geloso
come Otello, perché permetta alla sua bimba di costruire romantici castelli di
sabbia sulla spiaggia con questo sconosciuto. E mentre vedo già la coppia
sull’altare, con lei che si gira per sussurrare un commosso “grazie” a questa
zia che le ha permesso di coronare un siffatto grande amore, l’angelo mi
interrompe per dire:
“… no è che questo qua,
questo Riccardo, mi butta sempre per terra. Gli ho dato un calcio sugli stinchi,
ma quello non la smette. Gli ho anche detto: se non la finisci di darmi spintoni
ti smonto la bici e ti faccio trovare un pezzo nuovo ogni giorno. Così ci fai la
raccolta, come con le figurine. Capito come?”
Frena frena… che è
‘st’aggressività? Che ne è stato del mio cucciolo affettuoso? Del mio tortellino
mai stufo di baci?
“Non puoi far così – le
spiego – non c’è bisogno di minacciare le persone: basta che tu dica a Riccardo
che non ti deve più toccare. Devi imparare ad essere… diplomatica,
ecco.”
“Cioè?” chiede il mostro,
poco convinto.
“Essere diplomatici è quando
dici una cosa però lo fai in maniera gentile, senza offendere nessuno. Spieghi
le tue ragioni con calma, possibilmente con un sorriso. Magari con un piccolo
regalo.”
Sembra pensarci su, poco
convinta, poi riprende a tuffarsi come fa quando ha in mente
qualcosa.
Oggi mi arriva tutta
sorridente, le guance rosse e gli occhioni splendenti.
“Sai zia, ho fatto come m’hai
detto te. Ho preparato un regalo per Riccardo.”
E mi mostra orgogliosa il
disegno di una farfalla colorata a tinte sgargianti, con tanto di brillantini
avanzati a Natale. Amooore di zia…. Già mi viene il magone per la commozione.
“E gli hai fatto anche la
dedica… - continuo. Poi la leggo: “Se solo mi guardi ancora TI
SPUTO.”
Cioè… dove abbiamo sbagliato
con questo angelo?
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