mercoledì 11 luglio 2012

Amore, mica cotiche

Io c’ho un’amore di nipote. Dico davvero. E’ bella, intelligente: l’amore di zia. Le voglio bene anche quando dormendo mi conficca le ginocchia sui reni. Anche quando confida a tutti che la voglio avvelenare con il polpettone. Lo fa per il troppo amore, lo so. Ha 10 anni, è in una fase difficile.
Ieri al mare mi ha confidato che a volte non riesce a dire veramente quello che pensa. Che ha difficoltà ad esprimere quello che sente. Vorrebbe dire delle cose a un ragazzino ma poi quando se lo trova davanti non sa più come fare. Penso subito alla prima cotta, decido che se questo imbecille non la amerà infinitamente e per sempre se la dovrà vedere con me. E poi chi sarà suo padre? C’avrà un lavoro fisso? E la suocera? Mica vorrà venire a comandare questo angelo vero? Eh no eh… siam mica più nel Medioevo. E già mi sento pronta a battagliare con mio fratello, geloso come Otello, perché permetta alla sua bimba di costruire romantici castelli di sabbia sulla spiaggia con questo sconosciuto. E mentre vedo già la coppia sull’altare, con lei che si gira per sussurrare un commosso “grazie” a questa zia che le ha permesso di coronare un siffatto grande amore, l’angelo mi interrompe per dire:
“… no è che questo qua, questo Riccardo, mi butta sempre per terra. Gli ho dato un calcio sugli stinchi, ma quello non la smette. Gli ho anche detto: se non la finisci di darmi spintoni ti smonto la bici e ti faccio trovare un pezzo nuovo ogni giorno. Così ci fai la raccolta, come con le figurine. Capito come?”
Frena frena… che è ‘st’aggressività? Che ne è stato del mio cucciolo affettuoso? Del mio tortellino mai stufo di baci?
“Non puoi far così – le spiego – non c’è bisogno di minacciare le persone: basta che tu dica a Riccardo che non ti deve più toccare. Devi imparare ad essere… diplomatica, ecco.”
“Cioè?” chiede il mostro, poco convinto.
“Essere diplomatici è quando dici una cosa però lo fai in maniera gentile, senza offendere nessuno. Spieghi le tue ragioni con calma, possibilmente con un sorriso. Magari con un piccolo regalo.”
Sembra pensarci su, poco convinta, poi riprende a tuffarsi come fa quando ha in mente qualcosa.
Oggi mi arriva tutta sorridente, le guance rosse e gli occhioni splendenti.
“Sai zia, ho fatto come m’hai detto te. Ho preparato un regalo per Riccardo.”
E mi mostra orgogliosa il disegno di una farfalla colorata a tinte sgargianti, con tanto di brillantini avanzati a Natale. Amooore di zia…. Già mi viene il magone per la commozione.
“E gli hai fatto anche la dedica… - continuo. Poi la leggo: “Se solo mi guardi ancora TI SPUTO.”
Cioè… dove abbiamo sbagliato con questo angelo?

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