Chi di voi non ha mai provato nostalgia per
qualcosa che gli ricorda l’infanzia e le lunghe sere d’estate? Per quella cosa
che come per magia ti riporta indietro di mille anni a quando la tua vita era
circoscritta in 100 metri quadri, fra la casa, il cortiletto e la
piazzetta?
Per esempio a me quest’anno m’è tornata la
fregola per il cinema all’aperto. Sì, per quelle serate con lo schermo che
sformicola e si muove con il vento, con l’audio che va e viene, le sedie dure di
plastica bianca, il bambino che pirola intorno e la mamma che gli dice: “Nico
smettila di ruotare che poi ti gira la testa e cadi!”, “Nico smettila che poi
finisci per terra e piangi”. E naturalmente Nico pirola e pirola finchè cade,
ovvio, e prende una craniata che vede la Madonna e allora strilla strilla
strilla proprio nella scena in cui il Lui cinematografico torna dal fronte e
ritrova la sua bella sposata a forza con un altro, ma che gli dichiara per
sempre il suo infinito amore… e proprio in quel momento la madre in sottofondo
dice a Nico: “Ma te la sarai mica fatta addosso? Ancora…???? Vieni qua che ti
annuso, fammi sentire se l’hai fatta. Eh, l’hai fatta sì, senti qua che roba!
Scusate eh… ma sto tentando di fargli smettere il pannolone…”.
Ma quant’è bello il cinema all’aperto,
ditemi.
Per questo quando vedo la locandina con la
pubblicità non so resistere. In programmazione c’è “Scialla!”, dove un po’ si
ride, un po’ ci si commuove, è perfetto.
La sera arrivo e prendo i posti perché
voglio stare comoda, godermi lo spettacolo e rivivere le sensazioni della mia
infanzia. Mi cospargo di Autan perché nemmeno il ronzio delle zanzare mi possa
disturbare.
Lo stand gastronomico offre anguria e
gelato. Avrei voglia di gelato, ma metti che mi si piazzi davanti qualcuno con
il testolone e mi blocchi la visuale: se devo sputargli addosso qualcosa,
l’anguria con i suoi semini vien comoda. Con il gelato che ci fai? Opto senza
indugio per la prima.
Accanto a me 3 giovani 70enni: una c’ha su
una giacchina di lamè nero, l’altra una stola di chiffon e la terza l’ombretto
con il glitter. I casi sono 2: o han fatto tutto un dritto dal cenone di San
Silvestro oppure son scappate via di corsa dal compleanno di Renato Zero. Vai a
sapere.
“In quella casa
lì ci stava la Lella. – attacca una delle “ragazze” - Adesso è morta, buonanima.
Mi pare ancora di vederla mentre scende a prendere il pane dal Pino. Pensare che
è morta. Ed è morto anche il Pino.”
Mio marito mi
guarda perplesso, ma io son decisa a godermi il
momento.
“Ieri sera ho
mangiato la peperonata ma non l’ho mica digerita sapete. Ce l’ho ancora tutta
qui, non mi va né su e né giù.”
A questo punto
non so se ridere o piangere. Sento il bisogno di bere qualcosa di forte.
Ma poi chi se
ne frega, penso, c’è Scialla! che mi aspetta. E poi c’ho già il mio daffare a
prendermi a manate qua e là, chè è pieno di zanzare.
“Eh la sera
bisognerebbe star leggeri – dice l’altra – perché la vita è così: un minuto sei
qua che guardi il film e il minuto dopo non ci sei più…”
E vai con
l’allegria. Mi chiedo se al baretto abbiano del Petrus, ma ormai non disdegnerei
nemmeno l’Autan, purchè bevuto a garganella.
A Dio piacendo,
alle 10 e mezza (alla faccia della gente che la mattina dopo si deve alzare per
andare al lavoro), si abbassano le luci, si illumina lo schermo, lo spettacolo
ha finalmente inizio. Ed è magia.
Com’era
Scialla? Eh non lo so… ho sbagliato serata. Ma in compenso IL RE LEONE m’è
piaciuto un sacco.
Ciao
guys!
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