sabato 27 ottobre 2012

Le Belve

 
Allora. Ci sono questi 2 qui, Ben e Chon, che non sono due cani, come potrebbe suggerire il nome, ma due aitanti giovanotti; anche bravi ragazzi in fondo, va detto: due onesti lavoratori. Chon s’è portato a casa dall’Afghanistan qualche seme di marijuana (e poi dicono che uno porta sempre i soliti souvenir), Ben, botanico e buddista, ha inventato la marijuana più pura del mondo, (chissà l’orgoglio di mamma e papà).
 
Non solo Ben e Chon lavorano insieme, dalla produzione allo spaccio, che non gli fa schifo niente, altro che choosy, ma condividono anche le amicizie (e qui chissà l’orgoglio del loro catechista); in particolare si spartiscono l’amicizia – e non solo - della bella Ophelia, detta “O”, come Oh che culo, che se li spupazza entrambi in allegria. E poi dicono che le bionde son sceme. E vabbè.

Poi arriva la terribile Elena (Salma Hayek), che gli vuole rubare l’erba. D’altra parte lo dice anche il vecchio detto “l’erba del vicino…etc.” e qui si passa da un pornazzo… ehm, da  un idilliaco amore a 3, anche molto zen, se vogliamo, alla vera e propria tragedia greca. E siccome è un film di Oliver Stone (mica di Margnòco, con il quale spendi poco), non manca proprio niente: qualche tortura qua e là, un Benicio del Toro viscido quanto basta, un John Travolta cattivo ma casalingo, e poi calaveras, testosterone e adrenalina come se piovesse, e tette, tante tette e tanti tanti morti: e siccome a mettere insieme tutta ‘sta mappazza schizzata è Oliver Stone, lo spettacolo è assicurato.

Quattro i motivi per cui ricorderò questo film, peraltro non memorabile:
per la colonna sonora, per i vestitini sottoveste di lei, per la vergogna di Don Winslow che ha ceduto i diritti del suo libro da cui è tratta la sceneggiatura, e per la frase “Se fai qualcosa di terribile ma per un bene più grande, è come se tu facessi qualcosa di giusto”. Chissà perché ma ho come l’impressione che non si applichi soltanto alla guerra per la droga.

Insomma, un film tamarro e rumoroso ma che non mi è dispiaciuto del tutto. Peccato il finale. Che non vi anticipo perché sono una signora. Forse.
Forse non vi anticipo il finale, perché una signora lo sono di sicuro. Ma che cafoni però…

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