mercoledì 25 aprile 2012

Tanti auguri e cin cin

Fare regali graditi non è mai semplice, trovare idee originali per persone che si conoscono da sempre non è cosa da poco, ricordare cosa si è già regalato e a chi, è impresa da titani. A volte. A volte invece alcuni regali restano talmente impressi nella memoria che diventa quasi impossibile dimenticarsene, anche quando magari si desidererebbe tanto poterlo fare. Soprattutto quando regalare qualcosa a qualcuno può sembrare un accanimento crudele. Come al nostro amico Massimino, per esempio.
C’é stato un tempo in cui nessuno tra gli amici voleva occuparsi di comprare i regali, preferendo delegare la scelta a me: che se darmi dei soldi e sperare che io li spenda in doni utili è di un’ingenuità pazzesca, mettere del denaro in mano a me, Gianlu e Simo è come consegnare una bomba a dei bambini.
Per cui, negli anni, trovandoci noi refrattari all’idea del solito maglione, essendo in disaccordo sulla scelta del colore del set dell’alpinista esperto, Massimino ha avuto la gioia di ricevere:
un mini corso di nuoto con personal trainer (carinissima peraltro), durante il quale già al primo tuffo ha avuto la sventura di perdere il costume che gli avevamo regalato, purtroppo di una taglia in più; ancora oggi si ostina ad incolpare noi della figuraccia, l’ingrato;
un abbonamento di massaggi in un Centro in cui ha fatto irruzione la polizia (capisco che dare spiegazioni mentre si è in mutande non sia piacevole, però nella foto sul giornale è venuto proprio bene, l’ha detto anche la sua mamma; e poi tutto fa esperienza: adesso sappiamo che se un posto è frequentato unicamente da uomini il motivo non può essere solo il prezzo conveniente;)
una minicrociera che prometteva 3 scali da sogno, purtroppo rimasti tali a causa del maltempo; d’altra parte, lo stesso viaggio in alta stagione sarebbe costato troppo, così come una cabina lontana dai motori della nave; e poi quante storie per un po’ di rumore… e comunque il rapporto tra le esalazioni di gasolio e il ricovero in infermeria non è mai stato dimostrato;
una bambola gonfiabile, chiamata Venerina; perché diciamolo, Massimino adesso fa tanto il figo, sta mettendo su casa con una sventolona bionda con 2 lauree, ma c’è stato un momento, mille anni fa, in cui come dire, non batteva chiodo; e siccome era abbastanza intelligente da prendersi in giro su questa cosa, noi 3 geni avevamo pensato di fare gli spiritosissimi comprandogli un regalo in un sexy shop, salvo poi ridacchiare imbarazzati come educande una volta entrati. E lì, tra un’occhiata a titoli misteriosi come Belle o Brutte se le Famo Tutte, Da Tronista a Trombista, tra un vagare divertito fra lingerie commestibili, manette, frustini e catene, non ti avevamo scoperto la Venerina. E fu subito amore: nel giro di pochi minuti la signorina aveva letteralmente preso forma sotto i nostri occhi, gonfiata da un distinto ed elegante commesso che ne aveva illustrato tutte le caratteristiche con professionalità e precisione, sforzandosi signorilmente nel contempo di ignorare Gianlu e Simone che alle sue spalle stavano dando sfoggio di grande maturità rincorrendosi l’un l’altro con degli enormi cosi in mano. Poi, sempre con invidiabile competenza ed aplomb, il tipo aveva evidenziato usi e vantaggi di una serie di altri optionals devo dire niente affatto noiosi, ma a quel punto Gianlu stava facendo l’imbecille con un estintore ed avevo dovuto tagliar corto.
Ma visto che è passato tanto tempo e che siamo in argomento, tengo a precisare che non è stata colpa nostra se tornato a casa un po’ provato dalla serata, Massimino ha abbandonato la Venerina in cucina. Certo, capisco il suo sconcerto la mattina dopo nel trovarsela davanti completamente vestita, ma non potevamo immaginare che sua madre fosse talmente pudica da volerne per forza coprire le vergogne e così ospitale da sederla al tavolo della colazione. Certo comprendo anche che un bambolotto gonfiabile con indosso la camicetta a pois e la gonna svasata della madre sia una visione perversa e inquietante, difficile da cancellare, così come non deve essere stato affatto facile affrontare lo sguardo esterrefatto del padre che bevendo il caffelatte si chiedeva silenziosamente dove avesse sbagliato con quel figlio. Ma ripeto, non è colpa nostra. Così come non possiamo essere incolpati del fatto che il nipote abbia scritto nel tema, “Mio zio ha un bambolotto gonfiabile, lo tiene nell’armadio.” Che poi mi rendo conto dell’imbarazzo provato dai genitori per essere stati convocati a scuola, ma la domanda se la vicinanza di un tale zio fosse da ritenere opportuna per il bimbo mi è sembrata un filino esagerata.
Così, detto tra noi, come mi sembra un tantino sproporzionata anche la reazione di Massimino, che quest’anno rifiuta categoricamente di festeggiare il suo compleanno ed ha anzi diffuso un sms preventivo che dice “niente regali grazie, preferisco vivere”. Ma paradossalmente é stato proprio così che ci ha fornito l’idea: un corso di agricoltura teorica e pratica. Aria aperta, movimento fisico, un po’ di cultura… ditemi voi se non è vivere questo; e non è nemmeno un regalo, perché noi copriamo solo una parte delle spese, il resto se lo deve pagare lui. Adesso ci manca solo il completino del perfetto zappatore.
Ma chissà come sarà contento Massimino… non vedo l’ora di dirgli che a fine corso potrà tenere la piantina di prezzemolo (certo, se la paga, ovviamente).

 

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