Ho un vicino possessore di SUV. Se ne sia anche proprietario non lo so, ma
non mi meraviglierei se avesse pagato solo le prime 3 rate sulle 102 totali. Di
sicuro si comporta come se lo fosse, anzi, come se il guidare 3000 chili di
macchina gli conferisse anche il titolo di Re dell’Asfalto o di Re dei Pirla,
non lo so. Lo parcheggia ovunque e quell’ovunque, nella stradina minuscola di
casa mia, include anche il tappetino del pianerottolo ma esclude
categoricamente il garage di casa sua.
“Mi sento sicuro”, spiega. Va già bene allora che non s’è preso un carro
armato, vien da dire.
“Ci sta di tutto”, si giustifica. E in effetti i sacchetti della spesa al
discount ci stanno belli larghi.
Da quando si è comprato quell’auto, nella vietta ci divertiamo un sacco,
siamo diventati una zona di burloni: possiamo giocare a chi trova il modo più
originale per uscire di casa senza scavalcare per forza la recinzione quando
lui ha parcheggiato a un millimetro scarso dalla tua porta, oppure a
nascondino: una mattina ero convinta mi avessero rubato la 206, poi ho scoperto
che era solo completamente nascosta dalla sua: può succedere, quando un’auto è
talmente grande da avere il paraurti davanti in una strada e quello dietro in
un’altra. E son sicura che l’altro vicino, quando esce la mattina alle 5.00 per
andare al lavoro e si trova la strada bloccata dal SUV, non mancherà di
ripassare le filastrocche di una volta, tipo: Maccondirondirondello, chi
t’ammazzo col martello? Maccondirondirondello, posso farti i buchi col
trivello? Perché alla fine si torna tutti un po’ bambini e ci si diverte
davvero un sacco.
A volte però la vita riserva delle sorprese e abitare in una piccola
cittadina può anche offrire dei vantaggi: per esempio, il mondo è piccolo e
gira e rigira ti ritrovi sempre. E stamattina andando in banca, cosa non
ti vedo parcheggiato per metà sulle strisce pedonali, per metà quasi a ridosso
di un bar e per intero in mezzo alle balle?
Ma il SUV, naturalmente, in tutto il suo splendore: nero, lucido e
imponente; noto però che sfoggia un accessorio in più: una bella vigilessa che
sta estraendo il suo per una volta utile libretto, con in faccia la chiarissima
intenzione di usarlo. E finalmente in una mattinata un po’ concitata quanto
inconcludente, mi ritrovo a sorridere pensando che alla fine, forse, la
giornata non sia proprio da buttare.
Girato l’angolo incappo nel mio vicino, un po’ trafelato. “Ciao bella,
scappo che son di corsa.. ho la macchina con le doppie frecce e non vorrei mai
che qualche cretino mi mettesse la multa…”
Immediatamente, l’illuminazione. “Ma nooooo – cinguetto - non ti
preoccupare, vengo proprio da lì e non c’è nessun vigile in giro. Te lo assicuro
io. Senti ma… ti andrebbe un caffè?”
E lo allontano dalla zona, dalla vigilessa e soprattutto dalla possibilità
di farsi togliere il multone all’ultimo minuto.
Morale: la mattina resta inconcludente, il mio vicino resta un idiota, ma
ho avuto l’impressione di pagare le tasse per qualcosa. E mi son goduta 5
minuti buoni di armonia cosmica, felice come una giuggiola.
Naturalmente fino a quando il mio vicino non scoprirà del blog.
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