venerdì 13 aprile 2012

Signorina, mi fa una fotocopia?

Normalmente quando arrivo in ufficio le ragazze sono tutte seriose e indaffarate. Stamattina te le trovo con gli occhi che sbrillucciccano, le guance rosate e la faccia furbetta. Capisco che è successo qualcosa, ma sono nuova e non conosco le dinamiche dell’ufficio.
“Michi già che sei lì, mi fai questa fotocopia?” mi chiede la Collega 1 nascondendo a stento la ridarella.
Penso a uno scherzo, penso sia ubriaca, ma sono appena arrivata, non so cosa sia più probabile. Mi avvio incerta alla fotocopiatrice e distrattamente mi cade l’occhio sul foglio che mi ha appena allungato, dove c’è scritto: “Guarda nel cestino della carta.”
Scruto attenta e cosa ti vedo nel bidone, bella distesa e inequivocabile? La fotocopia di quello che a una prima occhiata potrebbe sembrare un fondoschiena. Mi piego per osservare meglio, sono incredula. Osservo scrupolosamente, ma l’immagine è chiara, nitida, impossibile dubitare: è un culo. Al di là di ogni incertezza o di ogni possibile interpretazione. Alzo gli occhi, intorno a me solo persone che ridono, seminascoste dai pc.
Inutile dire che nel giro di mezz’ora é già partito il toto-culo per capire chi sia il soggetto della copia; un veloce giro di mail scatena un movimento che non ti dico, mai vista tanta gente passare per l’ufficio. Chi entra dà uno sguardo al cestino, scuote la testa sbigottito, si gratta il mento, la testa, magari le orecchie e poi butta lì un nome.
La Collega 2, precisina com’è, prende subito nota senza però mancare di dire la sua: “No, non può essere, quello c’ha la chiappetta moscia” “No, ma che dici, quell’altro c’ha il culo a virgola”, tanto che ho capito che non si intende solo di partita doppia.
Poi verso le 11.00, la svolta: Mariolino, il radiologo, prende la fotocopia con aria professionale, la osserva un momento e poi fa un nome: niente tentennamenti, zero dubbi, sicurezza a mille. Gli altri tacciono, riflettono un momento e poi, finalmente, la proclamazione: il toto-culo è finito e Mariolino è il vincitore indiscusso; come premio può tenere la fotocopia. Grandi paccate sulla spalla, congratulazioni al trionfatore, frasi di rito come “Sì, l’avevo capito subito anch’io, volevo dirlo ma poi…” e alla fine Mariolino, orgogliosissimo, se ne va con il suo trofeo.
Sembrava finita lì e poi invece… riecco la Collega 2, quella che sta sempre a guardare il pelo e che se ne esce con un, “No è che mi chiedo… ma come avrà fatto Mariolino a riconoscerlo così, a colpo d’occhio?”
Neanche a dirlo: tempo 10 minuti e ti riparte un altro toto-perché, che poi uno si chiede come si possa trovare anche il tempo di lavorare. Tra le spiegazioni più gettonate:
- Mariolino faceva le capriole sulla fotocopiatrice con il soggetto della copia;
- Mariolino non ha bisogno di apparecchi per fare le radiografie perché usa quegli occhiali che ti fanno vedere le persone senza vestiti;
- Mariolino ha solo tirato a indovinare e ci ha presi tutti per il culo.
Mentre ci accapigliamo per difendere le nostre teorie, tirando in ballo anche i fenomeni paranormali e i tessuti che non sono più quelli di una volta e sotto una certa luce diventano trasparenti (facendo anche le prove controluce), entra il capufficio, ovvero l’ormai smascherato soggetto della fotocopia; porge un plico alla Collega 1 e chiede: “Mi fotocopi tutto, per cortesia?”
Quando si dice che uno se le va a cercare. E’ stato come togliere il detonatore a una bomba. Immediato e fragoroso lo scoppio di risa, contagioso più delle piattole, irrefrenabile come una cascata.
Mentre siamo ancora piegati in due dalle risate, entra il capo dei capi, un po’ spettinato e vistosamente infastidito e fa: “E alòra, siam mica al mercato qui… essù che c’è gente che c’ha da dormire…” e se ne torna disgustato nel suo ufficio.
Che dire… é sempre bello vedere che la professionalità è ancora un valore.

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