Sì
lo so, avevo detto che sarei rimasta a casa a cercare il segreto
segretissimo del magico soufflé e a guardar ballare Banderas, ma mi
chiama Gianlu, con il quale ho diviso momenti indimenticabili come
andare sull’altalena mostrando le mutande (io), tentare di riempirsi il
pisello con la pistola ad acqua (lui), e a mettere la sabbia nella
minestra della mensa (noi). Capisco che l’altro giorno ho detto lo
stesso di Simo, ma che ci devo fare? Forse ho avuto troppi amici da
piccola, e ormai è tardi per rimediare.
“Vengo dove vuoi – gli dico – basta che non mi porti in uno di quei posti da fighettoni che frequenti tu di solito.”
“Ma
ti pare???” – dice lui. Infatti. Mi porta all’inaugurazione di uno di
quei locali in cui il buttafuori ti guarda come guarderebbe l’umido
caduto fuori dal furgoncino della differenziata. Vale a dire, i posti
che io ODIO.
“Non
ti senti trendy e fashionable?” – mi strizza l’occhio quel demente di
Gianlu mentre sgomitiamo per entrare. Improvvisamente mi ricordo del
perché una volta a casa sua gli abbia bagnato tutte le mutande e le
abbia poi riposte nuovamente nel cassetto. Il giorno dopo aveva dovuto
venire a scuola senza. Avendone la possibilità, adesso lo rifarei senza
rimorsi. Magari ci aggiungerei anche i calzini.
“Non
vedi quanta bellagggente?” dice mentre ci arrampichiamo su questi
trespoli dove ci sta giusto mezza chiappa, non di più, bevendo una roba
blu e verde e facendo anche finta di avere un’aria rilassata. Ma come
faccio a rilassarmi se scivolo continuamente su questo caspita di
sgabello?! Devo riconoscere però che la bella gente c’è. Due tipi in
particolare, se ne stanno appoggiati al bancone, immobili. Sembrano
eleganti e scolpiti come sculture di marmo… e proprio per questo, forse,
scatenano in me solo l’istinto della casalinga perfetta e mi verrebbe
di dargli al massimo una spolverata con il Pronto Casa.
“Ciao – mi si avvicina uno – non posso fare a meno di chiedertelo. Come fai ad essere così in forma?”
“Mah,
non lo so… che carino, grazie.” Eccomi qua. Anni e anni che me la tiro
con io ho studiato, possibile che gli uomini guardino solo il culo, poi
mezzo complimento e già mi sdilinquisco.
“Fammi indovinare, non mangi carboidrati, vero? Fai batuka, zumba, gliding… tree climbing?”
A
parte non capire una cippa di quello che dice (magari mi ha chiesto se
faccio giochi erotici a pagamento e neanche me ne rendo conto), vorrei
spiegargli che mangio di tutto ma che seguo uno stile di vita sano
(niente ascensori, corsa tutti i giorni, lunghe passeggiate e che solo
lo sforzo per non cadere da quel trespolo mi sta rafforzando gli
addominali obliqui), ma quando attacca con il kamut, il farro, grano
tenero e grano duro, mi prende la voglia di annegare la noia nel gin
tonic e taglio corto con “Faccio la dieta dell’acqua.”
“Acqua e… nient’altro?”
“Ci
aggiungo un po’ di limone. Sai, per il sapore…” gli dico con l’aria di
confidargli un segreto. Mi guarda incredulo, come se gli avessi svelato
come tramutare la cacca in oro, poi scuote la testa e fa: “Non so… non
credo che riuscirei a farla.” Mi giro dall’altra parte prima che mi
chieda come faccio ad allungare le ciglia.
Gianlu
se la ride come un matto e mi presenta un suo conoscente. Domani gli
annaffio anche le lenzuola, poi vediamo se ride ancora.
“Questo
è Paolo – dice – sai, è appassionato di fumetti.” Bene, penso, a me
piacciono le graphic novels. Se non fosse che quello attacca con una
litania infinita delle peculiarità di supereroi, superpoteri e
super-armi. Peggio di un catalogo. Dopo un’ora e un altro gin tonic non
ne posso più. (Ma che c’hanno queste sedie? La cera?!) Quando mi dice
che Mr. Fantastic dei Fantastici 4 si può allungare a dismisura sbotto:
“Che bello, così potrà vantarsi di quanto ce l’ha lungo.” Mi guarda come
se gli avessi offeso la madre e sputato nel bicchiere, ma prima che
possa riprendersi e punirmi sfoderando una katana fluorescente afferro
Gianlu e lo trascino fuori dal locale.
“Dì
la verità: erano anni che non ti divertivi così.”, ha anche il coraggio
di dire. Mi fermo un attimo e lo guardo: Gianlu e la sua faccia da
culo.
Mi
sa che domani passo a casa sua e gli bagno anche tutti gli asciugamani.
Voglio proprio vederlo quando uscirà dalla doccia e si asciugherà con
la carta igienica.
Ma adesso… Banderas, sono tutta tua. Chissà se sai fare anche il soufflé.
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