lunedì 13 febbraio 2012

Di serata in serata

Sì lo so, avevo detto che sarei rimasta a casa a cercare il segreto segretissimo del magico soufflé e a guardar ballare Banderas, ma mi chiama Gianlu, con il quale ho diviso momenti indimenticabili come andare sull’altalena mostrando le mutande (io), tentare di riempirsi il pisello con la pistola ad acqua (lui), e a mettere la sabbia nella minestra della mensa (noi). Capisco che l’altro giorno ho detto lo stesso di Simo, ma che ci devo fare? Forse ho avuto troppi amici da piccola, e ormai è tardi per rimediare.
“Vengo dove vuoi – gli dico – basta che non mi porti in uno di quei posti da fighettoni che frequenti tu di solito.”
“Ma ti pare???” – dice lui. Infatti. Mi porta all’inaugurazione di uno di quei locali in cui il buttafuori ti guarda come guarderebbe l’umido caduto fuori dal furgoncino della differenziata. Vale a dire, i posti che io ODIO.
“Non ti senti trendy e fashionable?” – mi strizza l’occhio quel demente di Gianlu mentre sgomitiamo per entrare. Improvvisamente mi ricordo del perché una volta a casa sua gli abbia bagnato tutte le mutande e le abbia poi riposte nuovamente nel cassetto. Il giorno dopo aveva dovuto venire a scuola senza. Avendone la possibilità, adesso lo rifarei senza rimorsi. Magari ci aggiungerei anche i calzini.
“Non vedi quanta bellagggente?” dice mentre ci arrampichiamo su questi trespoli dove ci sta giusto mezza chiappa, non di più, bevendo una roba blu e verde e facendo anche finta di avere un’aria rilassata. Ma come faccio a rilassarmi se scivolo continuamente su questo caspita di sgabello?! Devo riconoscere però che la bella gente c’è. Due tipi in particolare, se ne stanno appoggiati al bancone, immobili. Sembrano eleganti e scolpiti come sculture di marmo… e proprio per questo, forse, scatenano in me solo l’istinto della casalinga perfetta e mi verrebbe di dargli al massimo una spolverata con il Pronto Casa.
“Ciao – mi si avvicina uno – non posso fare a meno di chiedertelo. Come fai ad essere così in forma?”
“Mah, non lo so… che carino, grazie.” Eccomi qua. Anni e anni che me la tiro con io ho studiato, possibile che gli uomini guardino solo il culo, poi mezzo complimento e già mi sdilinquisco.
“Fammi indovinare, non mangi carboidrati, vero? Fai batuka, zumba, gliding… tree climbing?”
A parte non capire una cippa di quello che dice (magari mi ha chiesto se faccio giochi erotici a pagamento e neanche me ne rendo conto), vorrei spiegargli che mangio di tutto ma che seguo uno stile di vita sano (niente ascensori, corsa tutti i giorni, lunghe passeggiate e che solo lo sforzo per non cadere da quel trespolo mi sta rafforzando gli addominali obliqui), ma quando attacca con il kamut, il farro, grano tenero e grano duro, mi prende la voglia di annegare la noia nel gin tonic e taglio corto con “Faccio la dieta dell’acqua.”
“Acqua e… nient’altro?”
“Ci aggiungo un po’ di limone. Sai, per il sapore…” gli dico con l’aria di confidargli un segreto. Mi guarda incredulo, come se gli avessi svelato come tramutare la cacca in oro, poi scuote la testa e fa: “Non so… non credo che riuscirei a farla.” Mi giro dall’altra parte prima che mi chieda come faccio ad allungare le ciglia.
Gianlu se la ride come un matto e mi presenta un suo conoscente. Domani gli annaffio anche le lenzuola, poi vediamo se ride ancora.
“Questo è Paolo – dice – sai, è appassionato di fumetti.” Bene, penso, a me piacciono le graphic novels. Se non fosse che quello attacca con una litania infinita delle peculiarità di supereroi, superpoteri e super-armi. Peggio di un catalogo. Dopo un’ora e un altro gin tonic non ne posso più. (Ma che c’hanno queste sedie? La cera?!) Quando mi dice che Mr. Fantastic dei Fantastici 4 si può allungare a dismisura sbotto: “Che bello, così potrà vantarsi di quanto ce l’ha lungo.” Mi guarda come se gli avessi offeso la madre e sputato nel bicchiere, ma prima che possa riprendersi e punirmi sfoderando una katana fluorescente afferro Gianlu e lo trascino fuori dal locale.
“Dì la verità: erano anni che non ti divertivi così.”, ha anche il coraggio di dire. Mi fermo un attimo e lo guardo: Gianlu e la sua faccia da culo.
Mi sa che domani passo a casa sua e gli bagno anche tutti gli asciugamani. Voglio proprio vederlo quando uscirà dalla doccia e si asciugherà con la carta igienica.
Ma adesso… Banderas, sono tutta tua. Chissà se sai fare anche il soufflé.

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