Mi
piace il pesce e ogni tanto lo cucino anche. Ma non lo compro dal
pescivendolo, preferisco andare direttamente da un pescatore che si
chiama Gaetano. Al suo ritorno a casa dopo una nottata di lavoro c’è
sempre un gruppetto di donne ad attenderlo e a mettergli fretta. Lui
tira giù dal camion le sue cassette, pesa, impacchetta, ascolta
impassibile il vivace scambio di ricette e di consigli. Dice buongiorno,
grazie. Raramente aggiunge qualche parola in più.
L’aspetto
un po’ lo penalizza, devo dire. Non che sia brutto, ma ha l’aria un po’
equivoca di uno che passa il suo tempo a mettere banconote negli slip
di signorine con la quinta. Ha le mani tagliate dalle reti e la faccia
segnata dal freddo, dalla fatica e da una vita fatta solo di dispiaceri,
sempre vessato da un fratello balordo e dalle sue continue richieste di
soldi, culminate nelle violenze fisiche e nell’intervento della polizia
una volta che Gaetano ha provato per la prima volta a dire di no.
E’
un omino timido, riservato, che è fin troppo facile catalogare come
scorbutico. Ma è gentile. Ogni volta mi dice: “Lo pulisco io il pesce,
perché TE, con quelle mani lì, non puoi saperlo fare.”
Un
bel giorno Gaetano si è messo in casa una moldava conosciuta chissà
dove e chissà come. “Ecco il Gaetano con la sua puttanissima moglie –
diceva la gente quando lo incrociava - così quello che gli lascia il
fratello glielo porta via lei.”
Ma
Gaetano non ha scelto un esserino capriccioso dedito alla messa in
piega, quanto piuttosto un bel donnone buono per tutte le stagioni, con
l’aria di una che stacca la testa alle anguille a mani nude e che il
perizoma lo usa semmai come filo interdentale. E gli effetti del suo
arrivo si sono visti subito: ha ripulito la casa, ha messo nuove tende
alle finestre e soprattutto, ha cambiato la serratura. E adesso il
fratello di lui per entrare deve suonare il campanello e chiedere
permesso.
Non
dovendo più mantenere quella fastidiosa sanguisuga, Gaetano si è
finalmente visto due euro in tasca e adesso gira per la città con i suoi
maglioncini sgargianti (perché la Gabriela è sì tanto brava, ma sempre
moldava è) e ha anche messo su qualche chilo. Non sorride ancora,
probabilmente perché non ha mai imparato, ma ha l’aria serena di chi é
in pace con sé stesso.
“Se
scegli guardando con gli occhi vorresti solo il pesce pregiato, come
questi scampi o le capesante – mi ha detto un giorno – ma se guardi con
gli occhi del buon senso, prendi il pesce più fresco. E magari porti a
casa una cartoccio di sardine. Il bello è riuscire a fare qualcosa di
buono con quello che ti capita.”
Ecco,
io penso che Gabriela sia il suo personale cartoccio di sardine. E se
guardo con gli occhi vedo l’ennesimo maschio un po’ avanti con l’età che
si è messo in casa una straniera, ma se guardo con gli occhi del buon
senso, vedo invece un uomo che ha finalmente trovato la sua strada.
Vai così Gaetano. TE sì che sei saggio.
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