giovedì 16 febbraio 2012

Di pregiudizi e di vita

Mi piace il pesce e ogni tanto lo cucino anche. Ma non lo compro dal pescivendolo, preferisco andare direttamente da un pescatore che si chiama Gaetano. Al suo ritorno a casa dopo una nottata di lavoro c’è sempre un gruppetto di donne ad attenderlo e a mettergli fretta. Lui tira giù dal camion le sue cassette, pesa, impacchetta, ascolta impassibile il vivace scambio di ricette e di consigli. Dice buongiorno, grazie. Raramente aggiunge qualche parola in più.
L’aspetto un po’ lo penalizza, devo dire. Non che sia brutto, ma ha l’aria un po’ equivoca di uno che passa il suo tempo a mettere banconote negli slip di signorine con la quinta. Ha le mani tagliate dalle reti e la faccia segnata dal freddo, dalla fatica e da una vita fatta solo di dispiaceri, sempre vessato da un fratello balordo e dalle sue continue richieste di soldi, culminate nelle violenze fisiche e nell’intervento della polizia una volta che Gaetano ha provato per la prima volta a dire di no.
E’ un omino timido, riservato, che è fin troppo facile catalogare come scorbutico. Ma è gentile. Ogni volta mi dice: “Lo pulisco io il pesce, perché TE, con quelle mani lì, non puoi saperlo fare.”
Un bel giorno Gaetano si è messo in casa una moldava conosciuta chissà dove e chissà come. “Ecco il Gaetano con la sua puttanissima moglie – diceva la gente quando lo incrociava -  così quello che gli lascia il fratello glielo porta via lei.”
Ma Gaetano non ha scelto un esserino capriccioso dedito alla messa in piega, quanto piuttosto un bel donnone buono per tutte le stagioni, con l’aria di una che stacca la testa alle anguille a mani nude e che il perizoma lo usa semmai come filo interdentale. E gli effetti del suo arrivo si sono visti subito: ha ripulito la casa, ha messo nuove tende alle finestre e soprattutto, ha cambiato la serratura. E adesso il fratello di lui per entrare deve suonare il campanello e chiedere permesso.
Non dovendo più mantenere quella fastidiosa sanguisuga, Gaetano si è finalmente visto due euro in tasca e adesso gira per la città con i suoi maglioncini sgargianti (perché la Gabriela è sì tanto brava, ma sempre moldava è) e ha anche messo su qualche chilo. Non sorride ancora, probabilmente perché non ha mai imparato, ma ha l’aria serena di chi é in pace con sé stesso.
“Se scegli guardando con gli occhi vorresti solo il pesce pregiato, come questi scampi o le capesante – mi ha detto un giorno – ma se guardi con gli occhi del buon senso, prendi il pesce più fresco. E magari porti a casa una cartoccio di sardine. Il bello è riuscire a fare qualcosa di buono con quello che ti capita.”
Ecco, io penso che Gabriela sia il suo personale cartoccio di sardine. E se guardo con gli occhi vedo l’ennesimo maschio un po’ avanti con l’età che si è messo in casa una straniera, ma se guardo con gli occhi del buon senso, vedo invece un uomo che ha finalmente trovato la sua strada.
Vai così Gaetano. TE sì che sei saggio.

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