sabato 12 maggio 2012

Quando il troppo stroppia


Collega 1 è bella. E’ anche simpatica. Ha un fisicone, si veste con 2 euro e ancora ti giri a guardarla. E’ anche competente, efficiente, puntuale e precisa; capace di individuare la macchiolina che hai sulla scarpa, di correggerti anche l’errore che hai solo pensato di fare. Una per cui non c’è problema che non possa essere sintetizzato in un foglio di Excel. Il sudore non la gualcisce, il vento non la spettina, l’umidità non la increspa, é sempre perfetta, inappuntabile, ineccepibile e irreprensibile. Una con cui il confronto di prima mattina ti fa venir la voglia di tornare a letto e di non alzarti mai più. O comunque non prima di esserti fatta una piega decente, duemila lampade,  un paio di interventini di chirurgia estetica e preso due master.
Ieri mattina leggevo un messaggio di un amico e nel farlo mi veniva da ridere.
“Leggi le barzellette?”, chiede lei con ironia.

“No – spiego – ho un amico spiritoso.”

“Se trovo io un amico di quelli come dico io – osserva ridendo – lo chiudo in casa per un mese. Lo uso e ne abuso finché non lo vengono a salvare i pompieri, guarda.”
Alzo gli occhi stupita: ha tutta la mia attenzione.
E ci racconta, in un raro momento di confidenza, che non ha più avuto nessuna storia dalla separazione dal marito, avvenuta circa 8 anni prima.
“Se sei stata scottata una volta, poi hai paura anche dell’acqua fredda.” – sospira Collega 2.
“Ma che dici? – la zittisce quella – Non è che mi ferma la paura, anzi. E’ proprio che non trovo la materia prima.”
Boom! La sorpresa è enorme, l’incredulità immensa, lo sbalordimento é totale. E anche la soddisfazione, devo dire. Ma com’è possibile che una bella, brava, intelligente e stronza, sofisticata, non abbia sottocasa una fila di uomini disposti a battersi in duello per lei?  O anche solo che non trovi qualcuno disposto a fare 4 spensierate capriole in allegria, voglio dire. Non c’è logica, non c’è discernimento apparente.
E siccome in ufficio siamo tutti timidi, riservati e soprattutto estremamente rispettosi della privacy altrui che per carità, per noi viene anche prima del Papa e dell’amor di patria, parte immediatamente una discussione che vede coinvolto tutto il piano; perché si sa, un’analisi, per essere attendibile, deve avere un minimo di fondamento scientifico, quindi è ovvio che abbiamo dovuto chiedere un parere anche alla postina salita un momento per una firma al volo. E anche al pensionato che abita di fianco, che non c’entrava niente ed è un po’ sordo, ma era lì sul pianerottolo con le borse della spesa e non interpellarlo pareva brutto.
E così salta fuori che la Collega 1 è sì simpatica, bella e in formissima, ma mette ansia; perché devi sempre essere all’altezza, perché quell’aria un po’ severa evoca paure infantili mai sopite; che a rilassarsi ci si sente in colpa.
“Perché non c’hai sempre voglia di giocare per la Champions League. – spiega Mariolino - A lungo andare è più divertente fare la partitella scapoli-ammogliati.”
Ciumbia, che rivelazione. Quindi la perfezione non paga. Impegnarsi ad essere la casalinga perfetta, la donna perfetta, l’impiegata perfetta spaventa e non accontenta? Ma bene. Averlo saputo prima… avrei evitato di impegnarmi un rene per comprare l’ultima cremina miracolosa. Pazienza, la darò alle piante. In compenso però faccio ancora in tempo ad ignorare la pila alta un metro di roba da stirare; anzi, mi metto bella comoda sul divano, con la casa in disordine ma con un bel sorriso rilassato: perché che qualcuno mi venga a dire che gli metto ansia perché stiro troppo bene le camicie mi sembrerebbe davvero troppo. Eccheccavolo.

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