Collega 1 è bella. E’ anche simpatica. Ha un fisicone,
si veste con 2 euro e ancora ti giri a guardarla. E’ anche competente,
efficiente, puntuale e precisa; capace di individuare la macchiolina che hai
sulla scarpa, di correggerti anche l’errore che hai solo pensato di fare. Una
per cui non c’è problema che non possa essere sintetizzato in un foglio di
Excel. Il sudore non la gualcisce, il vento non la spettina, l’umidità non la
increspa, é sempre perfetta, inappuntabile, ineccepibile e irreprensibile. Una
con cui il confronto di prima mattina ti fa venir la voglia di tornare a letto
e di non alzarti mai più. O comunque non prima di esserti fatta una piega
decente, duemila lampade, un paio di interventini di chirurgia estetica e
preso due master.
Ieri mattina leggevo un messaggio di un amico e nel
farlo mi veniva da ridere.
“Leggi le barzellette?”, chiede lei con ironia.
“No – spiego – ho un amico spiritoso.”
“Se trovo io un amico di quelli come dico io – osserva
ridendo – lo chiudo in casa per un mese. Lo uso e ne abuso finché non lo
vengono a salvare i pompieri, guarda.”
Alzo gli occhi stupita: ha tutta la mia attenzione.
E ci racconta, in un raro momento di confidenza, che
non ha più avuto nessuna storia dalla separazione dal marito, avvenuta circa 8
anni prima.
“Se sei stata scottata una volta, poi hai paura anche
dell’acqua fredda.” – sospira Collega 2.
“Ma che dici? – la zittisce quella – Non è che mi
ferma la paura, anzi. E’ proprio che non trovo la materia prima.”
Boom! La sorpresa è enorme, l’incredulità immensa, lo
sbalordimento é totale. E anche la soddisfazione, devo dire. Ma com’è possibile
che una bella, brava, intelligente e stronza, sofisticata, non abbia sottocasa
una fila di uomini disposti a battersi in duello per lei? O anche solo
che non trovi qualcuno disposto a fare 4 spensierate capriole in allegria,
voglio dire. Non c’è logica, non c’è discernimento apparente.
E siccome in ufficio siamo tutti timidi, riservati e
soprattutto estremamente rispettosi della privacy altrui che per carità, per
noi viene anche prima del Papa e dell’amor di patria, parte immediatamente una
discussione che vede coinvolto tutto il piano; perché si sa, un’analisi, per
essere attendibile, deve avere un minimo di fondamento scientifico, quindi è
ovvio che abbiamo dovuto chiedere un parere anche alla postina salita un
momento per una firma al volo. E anche al pensionato che abita di fianco, che
non c’entrava niente ed è un po’ sordo, ma era lì sul pianerottolo con le borse
della spesa e non interpellarlo pareva brutto.
E così salta fuori che la Collega 1 è sì simpatica,
bella e in formissima, ma mette ansia; perché devi sempre essere all’altezza,
perché quell’aria un po’ severa evoca paure infantili mai sopite; che a
rilassarsi ci si sente in colpa.
“Perché non c’hai sempre voglia di giocare per la
Champions League. – spiega Mariolino - A lungo andare è più divertente fare la
partitella scapoli-ammogliati.”
Ciumbia, che rivelazione. Quindi la perfezione non
paga. Impegnarsi ad essere la casalinga perfetta, la donna perfetta,
l’impiegata perfetta spaventa e non accontenta? Ma bene. Averlo saputo prima…
avrei evitato di impegnarmi un rene per comprare l’ultima cremina miracolosa.
Pazienza, la darò alle piante. In compenso però faccio ancora in tempo ad
ignorare la pila alta un metro di roba da stirare; anzi, mi metto bella comoda
sul divano, con la casa in disordine ma con un bel sorriso rilassato: perché
che qualcuno mi venga a dire che gli metto ansia perché stiro troppo bene le
camicie mi sembrerebbe davvero troppo. Eccheccavolo.
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