sabato 26 maggio 2012

101.001, 100.002, 100.003.....

Da anni dormo poco, ultimamente 2 o 3 ore per notte. A volte meno, quasi mai di più. Mi alzo, vagolo per la casa, accendo la tv per non sentire il ronzio che c’é nella mia testa. Di notte in casa non ci sono svaghi ma anche in tv ci sono più culi che canali. Di solito cerco pace nelle pagine di un libro, ma a quell’ora si é troppo esposti, occorre fare attenzione nelle scelte. La mente é più lucida, i ricordi più nitidi e c’é troppo tempo per pensare. Bisogna quindi evitare letture che smuovano conflitti mai sopiti, che risveglino inquietudini mai risolte, perché non ci sono squilli di telefonini o le interruzioni diurne a venirti a salvare. A quell’ora la leggerezza acquista un fascino tutto suo e l’alienazione da sè diventa il più ambito dei traguardi.
Potessi, in quelle lunghe ore vorrei chiudere gli occhi ed ascoltare storie: magari quelle piccole, di tutti i giorni, che piacciono tanto a me. Vorrei conoscere la storia dello spazzino, del giardiniere, del portinaio. Vorrei sapere del figlio che non trova lavoro e cerca svago nei videopoker, raccontando a dei cinesi annoiati e un po’ distratti di quando all’oratorio era campione di ping pong; vorrei sapere della cognata belloccia che dopo 5 anni sta ancora a chiedersi se con il Luigi stiano davvero insieme oppure no. E se quando lui le dice “Non voglio vivere con te per non banalizzare la nostra unione” lei la accolga come la felice intuizione di un poeta o la banale presa per il culo di un postadolescente preinvecchiato e un po’ cialtrone.
Vorrei perdermi, crogiolarmi e rotolarmi nelle vite degli altri, di chiunque altro, per poter trovare finalmente conforto in una notte senza sogni ma fatta finalmente di nulla.
E invece, puntualmente, il suono della sveglia mi trova nel mio perenne stato di coma vigile e per rimettere insieme le forze non basterebbe nemmeno un manuale dell’Ikea.
E quando scendo le scale la mia vicina che a quell’ora ha già passato la cera ai mobili, cotto due torte, rassettato la casa e potato le piante mi accoglie con uno squillante:
“Ma buongiooooorno!!!!! Non é una giornata troppo bella per dormire????”
E lì capisci che se non hai nemmeno la forza di mandarla fanculo, hai davvero toccato il fondo. 

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