Brutta cosa la
noia.
L’ultima volta
che mi è capitato ho colorato di rosa tutta la casa. Doveva essere un rosa
antico finissimo, che parlasse di eleganza, calore e felicità: ma lo spirito
non era quello giusto, e men che meno il colore, e se guardavi da giù sembrava
che le fiamme lambissero i muri; se guardavi da dentro sembrava una pizzeria.
Pizzeria dalla Michi, specialità porchetta. Gli amici mi han preso in giro una
vita. L’imbianchino chiamato per ridipingere i muri continuava a fissarmi senza
parlare, passando lo sguardo da me alle pareti e viceversa: sono ancora
convinta che stesse valutando la possibilità di avere tutti i suoi soldi prima
che mi caricasse l’ambulanza.
Un’altra
volta, volendo rallegrare una serata con tanti amici e poca allegria ho comprato
un tubo di kabuki: non so come mi sia venuta, ma far esplodere dei coriandoli
in casa m’era parsa una bella idea. Almeno fino a quando lo scoppio del tappo
non aveva fracassato il lampadario di cristallo di mia madre e quasi staccato
un orecchio a mio fratello. Il gatto spaventato dal botto aveva fatto il resto.
Ma adesso che
gli anni sono passati ho la sensazione che potrei fare sciocchezze maggiori.
Perché la noia
è come una ciucca: se la prendi a 20 anni fai il fenomeno con gli amici, ma se ti
ubriachi più tardi ti prende la balla triste e diventi molesto.
Perché lo
scopo non è più far passare le ore, ma dare uno scossone all’esistenza, sentire
che ancora puoi cambiare le cose, nel bene e nel male. E poi perchè è facile
mantenersi virtuosi quando sai di avere davanti tutta la vita per sbagliare,
pentirti e rimediare, più difficile farlo quando cominci a pensare che non
potresti avere un’altra occasione. O quando realizzi che non ci saranno premi
per i più meritevoli.
E ti crogioli
in questi pensieri, ci pensi e ripensi. E poi ci pensi ancora.
E’ proprio
allora che potresti fare sciocchezze e pentirtene poi per tutta la vita.
Ma per fortuna
c’è sempre il tuo vicino di casa – quello filosofo - che si attacca al campanello
e senza dire né ciao né vaff… ti grida da giù:
“E alòra… che
c’è un metro di neve… vieni mo’ a darmi una mano che c’ho un badile anche per
te.”
Bello il senso
pratico, che ti fa affrontare la vita senza fronzoli né incertezze.
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