sabato 8 dicembre 2012

E' proprio allora che...



Brutta cosa la noia. 

L’ultima volta che mi è capitato ho colorato di rosa tutta la casa. Doveva essere un rosa antico finissimo, che parlasse di eleganza, calore e felicità: ma lo spirito non era quello giusto, e men che meno il colore, e se guardavi da giù sembrava che le fiamme lambissero i muri; se guardavi da dentro sembrava una pizzeria. Pizzeria dalla Michi, specialità porchetta. Gli amici mi han preso in giro una vita. L’imbianchino chiamato per ridipingere i muri continuava a fissarmi senza parlare, passando lo sguardo da me alle pareti e viceversa: sono ancora convinta che stesse valutando la possibilità di avere tutti i suoi soldi prima che mi caricasse l’ambulanza.

Un’altra volta, volendo rallegrare una serata con tanti amici e poca allegria ho comprato un tubo di kabuki: non so come mi sia venuta, ma far esplodere dei coriandoli in casa m’era parsa una bella idea. Almeno fino a quando lo scoppio del tappo non aveva fracassato il lampadario di cristallo di mia madre e quasi staccato un orecchio a mio fratello. Il gatto spaventato dal botto aveva fatto il resto.

Ma adesso che gli anni sono passati ho la sensazione che potrei fare sciocchezze maggiori.

Perché la noia è come una ciucca: se la prendi a 20 anni fai il fenomeno con gli amici, ma se ti ubriachi più tardi ti prende la balla triste e diventi molesto.

Perché lo scopo non è più far passare le ore, ma dare uno scossone all’esistenza, sentire che ancora puoi cambiare le cose, nel bene e nel male. E poi perchè è facile mantenersi virtuosi quando sai di avere davanti tutta la vita per sbagliare, pentirti e rimediare, più difficile farlo quando cominci a pensare che non potresti avere un’altra occasione. O quando realizzi che non ci saranno premi per i più meritevoli. 

E ti crogioli in questi pensieri, ci pensi e ripensi. E poi ci pensi ancora.

E’ proprio allora che potresti fare sciocchezze e pentirtene poi per tutta la vita.

Ma per fortuna c’è sempre il tuo vicino di casa – quello filosofo - che si attacca al campanello e senza dire né ciao né vaff… ti grida da giù:
“E alòra… che c’è un metro di neve… vieni mo’ a darmi una mano che c’ho un badile anche per te.”

Bello il senso pratico, che ti fa affrontare la vita senza fronzoli né incertezze. 

E che brutta cosa la noia. Certi vicini anche di più però.

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