Come ti giri la
scritta è una sola: aperto sempre, aperto la domenica, siamo sempre
aperti etc. Che non so a voi, ma a me legger certe cose fa venire il prurito
alla schiena e lacrimare gli occhi.
Perchè l’unico
risultato è che se prima non spendevo 1 euro perché non avevo soldi, adesso
continuerò a tenermi stretta il portafoglio, ma avrò più tempo per sentirmi una
miserabile.
Ma sentimenti
personali a parte, il negoziante si dovrà sobbarcare comunque un giorno in più
di spese vive e quindi deve aumentare i prezzi. E allora che fa? Taglia le
spese, ovvio: luce no (Che faccio, lascio i clienti al buio?), acqua no (Almeno
in bagno mi farai andare vero?), riscaldamento nemmeno (Neanche ti rispondo, che
c’ho le commesse in canotta anche a Natale), la merce no perché già la pago 1
euro al chilo… e allora dove taglio? Sul costo del personale naturalmente. E
allora benvengano i contrattini pro-ripresa come quelli a chiamata, i contratti
week end e così via. Tutte cose legalissime, per carità, ma dove la parola
“festivo” non è contemplata. In compenso la parola “mancia” va alla grande, che
ormai “stipendio” suonava male.
E tutto questo
perché? Per la soddisfazione di fare un giro al centro commerciale la
domenica. Vuoi mettere? Finalmente potrò comprare il prosciutto che potevo
acquistare tutti gli altri giorni della settimana, vedere le vetrine che potevo
vedermi negli altri 6 giorni, ma pagando tutto di più perché c’è una giornata in
più di spese. Nella speranza che un commesso troppo zelante non mi sputi addosso
per l’entusiasmo.
E quindi
scusate, ma io faccio sciopero: niente acquisti la domenica, preferisco andare
al mare.
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