giovedì 23 agosto 2012

Quando meno te lo aspetti

La prima volta che ho visto Gianluca è stato nel cortiletto di casa sua: ancora bimbetto, tentava di gonfiarsi il pisello con una pistola ad acqua per vedere se diventava più grosso, e io, entusiasta, mi ero unita subito a lui nell’esperimento. (Per chi se lo chiedesse: NON FUNZIONA, non serve che vi precipitiate al negozietto a comprarvi il Superliquidator da 2 litri, che già vi ho visti partire a razzo.)
Grazie a Gianluca avevo potuto partecipare ai giochi dei maschi; per riconoscenza non gli avevo tolto il saluto nel periodo in cui si faceva chiamare Brian, come quelli delle boy band.
Quando alle medie alle superiori mi ha vista con il mio primo reggiseno mentre esibivo tutta orgogliosa le mie due noccioline, se n’è uscito con un: “Toh! Ma che t’è spuntato lì…. T’ha punto un ape?!” e giù a ridere. Il pirla.
Ci siamo urlati le peggiori cose una sera a Madrid, perché l’ansia provata doveva essere sfogata in qualche modo. “Torno subito” aveva detto. Ed era ricomparso solo 5 ore dopo; con i boxer in vista, niente pantaloni, un cappotto visibilmente non suo ed un cappello a cilindro con la pubblicità di una birra.
“Amici!!! Che bello rivedervi!” – aveva esclamato felice sfoderando 2 bottiglie di vino dalle tasche.
Da ammazzarlo a forchettate. Tipico suo: il pensiero che ci fossimo consumati le budella per la preoccupazione non l’aveva nemmeno sfiorato.
Mi ha preso in giro per giorni quando ho pianto tutte le mie lacrime per delle sciocchezze, ma era lì con me quando non son riuscita a piangere per delle cose serie.
Oggi mi dice che pensa di accettare un lavoro all’estero. Che c’è crisi, potrebbe non esserci un’altra occasione. Che guadagnerà un sacco di soldi e poi vuoi mettere l’esperienza. Io lo ascolto, ma non lo sento più. Non voglio sentire.
“Non sei contenta? – chiede – Proprio tu?”.
Ma io lo sono. Sono contenta. So che si merita il meglio. So che lo avrà, e non solo nel lavoro, perché lui è così, impossibile non volergli bene.
Ma io di quel meglio non farò parte, ed è questo che mi uccide. Il sapere che lui non sarà più lì per me mi lascia un senso di abbandono. Che il mio mondo e il suo non saranno più lo stesso è un pensiero inaccettabile.
E’ un atteggiamento egoista, lo so, irrazionale e puerile. Ma è difficile rimanere obiettivi e distaccati quando senti che stai per perdere una parte importante di te.
E mi chiedo come sia possibile che la felicità di qualcuno a cui si vuole bene possa fare così male.

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